QUALIFICA DIRIGENZIALE: RICONOSCIMENTO

Corte di Cassazione, sentenza n. 18165 del 16 settembre 2015

30-09-2015

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 18165 del 16 settembre 2015, ha affermato che deve ritenersi infondata la tesi che condiziona il riconoscimento della qualifica dirigenziale alla formale investitura da parte dei vertici aziendali.
Infatti, risulta necessario e sufficiente che sia dimostrato l'espletamento di fatto delle relative mansioni, caratterizzate dalla preposizione ad uno o più servizi con ampia autonomia decisionale, e non anche una formale investitura del datore trasfusa in una procura speciale.
Orbene, richiedere anche tale requisito equivarrebbe a subordinare il riconoscimento della qualifica ad un atto discrezionale del datore di lavoro, di per sé insindacabile, con conseguente violazione del principio della corrispondenza della qualifica alle mansioni svolte.
In altri termini, il dipendente, qualsiasi sia il suo inquadramento, può essere qualificato come dirigente se dimostra lo svolgimento di mansioni di contenuto apicale, accompagnate da un’ampia autonomia decisionale, e che pongano il dipendente stesso in condizione di influenzare l’attività di un’area o dell’intera impresa.
Detta sentenza si uniforma al principio già espresso dalla Corte nella n. 5809/2010.